giovedì 9 giugno 2011

shinjyagaimo bento - ovvero patate novelle alla giapponese (nell'obento)

a quanto pare ho una nuova lettrice, un motivo in più per bandire la pigrizia e riprendere in mano anche questo blog! in realtà ho parecchio 'materiale' già pronto, basta che mi armi di un po' di pazienza e che mi impegni seriamente a fare qualcosa che non è molto nella mia natura: organizzare.

dato che ogni ortaggio, anche il più 'inflazionato', potenzialmente ha la sua 'versione giapponese' e che uno dei miei passatempi preferiti è tradurmi le ricette 'alla fonte', adattandole alle mie esigenze di celiaca e a quello che offre il mercato di Rialto, ricomincio da una ricetta davvero semplice ma sorprendente per chi come me ama le patate in tutti i modi e ne mangerebbe sempre!
patatine novelle - con buccia, mi raccomando - leggermente caramellate.

riso gohan, tofu condito con tamari e scaglie di katsuobushi, spadoni e patatine caramellate.
perché sia un pranzo giapponese doc manca solo la zuppa di miso, che però non è sicura per noi celiaci. ogni tanto me ne concedo una con un miso speciale, concepito per le persone allergiche ai fagioli di soia, fatto esclusivamente in due varianti: o solo con riso, o solo con miglio. la prima volta che l'ho provato ero consapevole di rischiare un po' ma ho avuto fortuna e pian piano me lo sto gustando! l'ho acquistato da Natural Kitchen a Kichijouji, Tokyo

sceglietele piccole e di dimensioni più o meno uguali. la quantità dipende dalla capienza della pentola che userete. le patate vanno adagiate sul fondo a formare un solo strato, e parzialente immerse nel liquido in cui stuferanno, composto da: acqua, tamari senza glutine (è molto saporito, io per un bicchiere medio di acqua ho usato tre cucchiai da minestra di tamari) saké (due cucchiai) e zucchero bianco (un cucchiaino e mezzo).
fate andare le patate per una ventina di minuti a pentola coperta e a fuoco basso/medio, girandole un paio di volte durante la cottura, finché saranno morbide, e, solo alla fine, alzate la fiamma per caramellarle.

 



yukihiranabe col classico coperchio (che deve essere più stretto della pentola). si tratta di una pentola in allumio di buonissima qualità molto usata in Giappone, soprattutto per la cottura delle verdure e per la preparazione del brodo dashi, alla base di molte ricette della cucina nipponica. il coperchio otoshibuta va sempre immerso in acqua prima di entrare a contatto con i cibi, in questo modo non ne assorbirà l'odore.
viste le piccole dimensioni, queste patatine sono perfette per l'obento. dato che in Giappone spesso nel lunchbox trovate sia riso che patate - non so voi, ma io di solito mangio o riso o patate, sennò diventa davvero la sagra del carboidrato! - in questo obento mi sono allineata alle abitudini del sol levante, ripromettendomi di stare più leggera a cena!



riso con sesamo nero, spadoni li ho insaporiti con un po' della salsina delle patate) patatine novelle caramellate e frittata



2 commenti:

  1. Eccomi! :) Allora io mi scrivo tutto tutto e vedo cosa riesco a trovare qui a Roma... quanto mi piace il pranzo in scatola!
    Mi procuro il riso gohan ed il Katsuobushi... in ogni caso mi devo spulciare tutto tutto di quello che hai postato...

    Un bacione e grazie :)

    RispondiElimina
  2. eccoti! :D di sicuro il Tamari senza glutine lo trovi! (se lo trovo io qui a Venezia, guarda...qui arriva tutto dopo, ormai ci sono solo maschere e vetri..:/) io uso quello Lima Food (ha la spiga sbarrata!) ma al negozio biologico di Rialto anche il tamari della Clearsprings inglese è segnato 'gluten-free' proprio sull'etichetta, credo sia una marca abbastanza diffusa. il katsuobushi è un po' più difficile da reperire (ora col post-Fukushima più che mai, temo..), ma ci si può anche arrangiare con una base vegetariana, che utilizza l'alga konbu. ho già in programma un post sui 'fondamenti', stay tuned! grazie :D

    RispondiElimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...